Abdulrazak Gurnah, Sulla riva del mare (tit. originale By the Sea), La nave di Teseo, 2021. Traduzione dall’inglese di Alberto Cristofori. Pubblicazione originale 2001.
Abdulrazak Gurnah è stato il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 2021. Forse non lo avrei mai letto, o comunque non adesso, senza l’aiuto del mio gruppo Libri dal mondo, con il quale ogni mese esploriamo una nazione. A gennaio siamo volati in Tanzania ed eccomi qua a scoprire il più recente premio Nobel.
Il libro è diviso in tre sezioni: “Reliquie”, “Latif” e “Silenzi”. Nella prima, ci troviamo di fronte a un tal Rajab Shaaban, appena atterrato in Inghilterra, in arrivo da Zanzibar. Un uomo anziano, che è anche il narratore di questa prima parte. Scopriamo subito che Rajab Shaaban non è il suo vero nome: è entrato in Inghilterra con un passaporto falso e, dietro consiglio di chi lo ha aiutato a fuggire da Zanzibar, finge inizialmente di non parlare una parola di inglese, limitandosi a ripetere “rifugiato”, “asilo”. In questa prima parte, il presunto signor Shaaban ci accompagna nei suoi primissimi tempi in Inghilterra e l’ho trovata una lettura molto interessante. Ero curiosa di scoprire cosa ne sarebbe stato di lui, invece non andrà così.
Nella seconda parte il narratore è Latif Mahmud, che era stato chiamato come interprete quando si pensava che il signor Shaaban non parlasse inglese. Nella terza parte torna a narrare Rajab Shaaban, e le loro due storie si intrecciano.
Potremmo dire che sia un romanzo sulla memoria, sulla distorsione del ricordo, sulla cattiveria umana. Invece dalla prima parte mi ero aspettata un romanzo sull’immigrazione e sull’esperienza di rifugiato politico. Devo dire che ne sono rimasta un po’ delusa, tuttavia il libro mi è piaciuto anche se è andato in una direzione che non mi aspettavo. A volte si perde un po’ in tante parole, però ho provato curiosità e interesse per queste due vite che sembrano così lontane, salvo provenire entrambi i protagonisti da Zanzibar.
Non l’ho trovato un capolavoro, ma è scritto molto bene (e tradotto bene) e mi ha stimolato a leggere altro di questo autore, anche se non nell’immediato.