Di Mario Benedetti (che nonostante il nome è uruguayano) avevo letto con grande piacere La tregua, che a dire il vero ho trovato molto superiore rispetto a questo libro, che pure mi è piaciuto molto.
Il sottotitolo italiano recita “Il romanzo del ritorno” e infatti il libro parla del ritorno in Uruguay di Javier dopo dodici anni di esilio in Spagna. Javier era un oppositore del regime, seppure un “pesce piccolo” e, contrariamente a molti suoi amici, ha avuto la fortuna di riuscire a partire prima di essere imprigionato e torturato. In Spagna ha lasciato la moglie, da cui si è separato, e la figlia adolescente.
Il libro non è un romanzo di quelli “classici” con una struttura ben definita, una trama, un inizio e una fine. C’è certamente una storia, che è quella del ritorno di Javier e di come si riapproccia al suo paese e ai suoi amici di un tempo, nonché a un nuovo amore. Tuttavia, non c’è una trama lineare e il libro è suddiviso in ben 75 brevi capitoli, ognuno dei quali sembra rappresentare più uno stralcio di vita. Come delle impalcature, dalle quali tra l’altro si rischia sempre di cadere.
Mi sono piaciuti molto soprattutto gli articoli scritti da Javier, ex giornalista, e inviati a un giornale in Spagna, oltre alla storia del generale in pensione.
Gli articoli di Javier sono irriverenti, sinceri, sgorgano dal cuore. In particolare ho apprezzato quello sulla pace che sembra sempre un periodo di grande noia agli americani, che così dopo la guerra fredda hanno cercato nuovi nemici, trovandoli dapprima in Saddam Hussein, per poter fare nuove guerre.
Il generale in pensione, dal canto suo, si trincera dietro un fiero non-pentimento, rivendicando tutto quello che ha fatto, torture comprese, persino con orgoglio.
Molto bella anche la lettera della sorella Fernanda, emigrata negli Stati Uniti, in cui spiega al fratello come negli USA sia preponderante la religione del dio denaro, senza il quale non si può che essere dei falliti da disprezzare.
Anche il finale mi è piaciuto molto, anche se non lo svelerò, per ovvi motivi. L’ho trovato in certo modo calzante, ma non posso dire di più, pena rovinare la lettura.
Se devo trovare una pecca, è il fatto che probabilmente leggerlo in traduzione fa perdere moltissimo delle continue contrapposizioni tra lo spagnolo latinoamericano e lo spagnolo di Spagna. Inoltre, ottime ma poche le note della traduttrice, in cui spiega brevemente chi siano i personaggi menzionati o alcune altre particolarità. Ne avrei volute di più perché alcuni riferimenti non li ho colti.
Mario Benedetti si conferma un ottimo scrittore e sicuramente in futuro leggerò altro di suo. Consiglio però di partire con La tregua.
Titolo: Impalcature
Titolo originale: Andamios
Autore: Mario Benedetti
Traduttrice: Maria Nicola
Casa editrice: nottetempo
Pubblicazione originale: 1995
Numero di pagine: 329
Lingua originale: spagnolo