Antoine de Saint-Exupéry, Vol de nuit, Gallimard, Paris 1931.
Antoine de Saint-Exupéry è universalmente noto per quella piccola meraviglia che è il romanzo per bambini e adulti Il piccolo principe. Forse però non molti, almeno fra i lettori italiani, sanno che ha scritto anche moltissimi altri libri per adulti, fra cui questo bellissimo Volo di notte che, pubblicato per la prima volta nel 1931, ha vinto il prestigioso Prix Femina lo stesso anno.
È un romanzo brevissimo, appena 188 pagine scritte in carattere grande, ma di un’intensità incredibile. È un “reperto storico” che ho ritrovato fra i miei libri, me lo avevano fatto comprare a scuola quando studiavo francese, quindi parliamo di una grossa quantità di anni addietro. Ne avevo letto un paio di capitoli, quelli necessari per la lezione, ma non l’avevo mai letto integralmente, anche perché c’è da dire che il linguaggio è complesso in quanto estremamente poetico, e non lo trovo adatto a una persona che sta ancora studiando – è stato complicato per me anche adesso.
La storia è quella degli aerei postali che portavano la posta nell’America del Sud, sorvolando la Patagonia, il Cile, l’Argentina… Inizialmente questi aerei volavano soltanto di giorno a causa delle difficoltà tecniche e del rischio che voli notturni avrebbero comportato, ma nel romanzo Rivière si batte per i voli di notte, che vengono effettivamente implementati. I voli di notte sono rischiosissimi se si pensa che la strumentazione dell’epoca non era certamente quella che abbiamo oggi, quasi novant’anni dopo. Molti piloti furono vittima di questa innovazione, fra i quali anche Saint-Exupéry stesso, che era pilota prima ancora che scrittore, e che scomparve nel nulla durante un volo di ricognizione, dopo aver riportato gravi ferite durante due incidenti aerei precedenti. Se si pensa che questa fu la sorte dell’autore, il suo romanzo appare profetico e assume un che di sinistro.
Infatti la storia è fondamentalmente quella del pilota Fabien, che una notte rimane colto improvvisamente da una tempesta dalla quale non uscirà più. La storia è anche quella del suo capo Rivière che a terra si interroga sulla vita, sulla morte, sugli aerei, sul senso di quel mestiere così come di altri mestieri pericolosi. Rivière sembra un uomo cinico e persino malvagio, ma vediamo invece che è capace di pensieri profondi e profonde riflessioni non meno dei suoi subalterni. Fabien è sposato da poche settimane e viene accennato anche al rapporto con la moglie, rendendo tanto più drammatica la sua sorte. Non che sarebbe stata meno drammatica se il pilota non fosse stato sposato, ma vedere quanto la moglie sia innamorata e preoccupata ci dà maggiormente il senso e la potenza della perdita subita.
Al di là della “storia”, questo è un romanzo sulla vita e la morte, sulle passioni, sul coraggio, sulla difficoltà di alcune professioni che servono a portare benessere agli altri a prezzo di incredibili rischi per la propria incolumità. La storia naturalmente c’è, ma fa quasi di sottofondo a questi pensieri, come se fosse soltanto un modo per poter sviluppare meglio questi concetti.
Il tutto è condito da una scrittura purissima e magica, in cui ritroviamo il Saint-Exupéry che ben conosciamo dal Piccolo principe, ma estremamente più potente. Le immagini e la poesia di questo breve romanzo sono intensissime, da sola la scrittura varrebbe al romanzo un voto ancora più alto. Poche volte mi capita di apprezzare così tanto uno stile, di gustare davvero le frasi una per una, tanto da farmi apprezzare ancora di più il romanzo in sé. Spero che questa ricchezza della scrittura sia stata mantenuta nella traduzione italiana (leggo nelle recensioni che la traduzione inglese pare aver perso questa caratteristica così importante). Molto consigliato.
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