Jodi Taylor, Hard Time, Headline, 2020.
Non ho atteso molto prima di leggere il secondo libro della serie “The Time Police” (avevo letto ad agosto il primo, Doing Time). Sono usciti anche il terzo e il quarto libro della serie, che non vedo l’ora di leggere. Come dicevo nell’altra recensione, si tratta di uno spin-off della serie dedicata alle cronache del Saint Mary’s, quindi probabilmente sarebbe stato preferibile leggerlo dopo aver letto quella serie, ma si può apprezzare benissimo anche senza conoscerla.
In questo secondo romanzo ritroviamo il Team 236, soprannominato “Team Weird”, cioè il team di quei tizi strani. Luke, Jane e Matthew sono pronti ad affrontare nuove avventure durante la parte finale del loro apprendistato, al termine del quale potranno diventare poliziotti del Tempo a tutti gli effetti. Ricapitolando un attimo il contesto, siamo in un futuro in cui i viaggi nel tempo sono proibiti, a causa del rischio di mettere in pericolo la Storia cambiandola inavvertitamente o intenzionalmente. Oltre alla Polizia del Tempo, gli unici a poter viaggiare nel tempo sono gli storici del Saint Mary’s. La Polizia del Tempo serve ad acciuffare i criminali che infrangono la legge viaggiando nel tempo.
Come anche nel primo libro, le avventure che i tre del Team Weird si trovano ad affrontare sono più d’una, e infatti questo libro è molto d’azione oltre che di fantascienza umoristica. L’avventura più importante li porterà a cercare di smascherare una grossa organizzazione criminale che organizza viaggi nel tempo illegali.
Umorismo, azione, fantascienza: tutto questo si unisce in questo romanzo, dando vita a delle avventure rocambolesche, divertentissime, ma anche capaci di tenere incollati alle pagine e di creare molta tensione. Tanto che quasi non mi sono accorta che questo libro avesse più di 500 pagine, tanto l’ho divorato. Devo dire che Jodi Taylor è bravissima in tutto questo, anche se tende ad essere un po’ ripetitiva ogni tanto, ma forse lo fa apposta per sottolineare con humour certi concetti.
Il romanzo mi è piaciuto moltissimo e sono curiosissima di proseguire con questa serie, ma anche di iniziare a fare la conoscenza degli storici del Saint Mary’s. Promosso e consigliato, ma leggete prima il primo libro della serie.