Paesi visitati dal blog

Potreste non averla ancora vista perché è online solo da poche ore, perciò vi comunico che ho creato una pagina con le letterature visitate nel blog. In sostanza ho raccolto le recensioni per paese di provenienza dell’autore/autrice, così da avere una panoramica delle letterature che ho visitato attraverso le mie recensioni. Resta naturalmente l’elenco delle recensioni per autore, per chi preferisce una ricerca di tipo alfabetico.

La suddivisione in paesi è a volte un po’ aleatoria, data la difficoltà di incasellare alcuni autori, che magari hanno una doppia nazionalità (ce ne sono tanti) o magari sono nati in un paese ma vengono chiaramente categorizzati con la letteratura di un altro (un esempio su tutti: Giorgio Scerbanenco, ucraino ma prepotentemente italiano), o ancora sono così cosmopoliti da rendere difficile classificarli (per esempio Elias Canetti, ma non solo). Perciò alcune categorizzazioni potrebbero differire dalla classificazione che farebbe un altro lettore. Chiedo per questo un po’ di comprensione.

Ho trovato molto istruttiva la creazione di questa pagina. Infatti, benché su Goodreads suddividessi già da tempo i miei libri per nazionalità dell’autore, in questo modo sono riuscita ad avere una visuale migliore sui libri che ho recensito nel corso di questi anni di blog. Naturalmente non recensisco tutti i libri che leggo, perciò si tratta di un elenco estremamente parziale delle mie letture.

Tuttavia, ho notato alcune cose interessanti.

Leggo (o recensisco) molta letteratura italiana, il che se da un lato ha senso, dall’altro potrebbe indicare una ristrettezza di orizzonti, un voler restare comodamente nel proprio giardino. Non credo tuttavia che questo sia il mio caso, anzi credo che sia (almeno per me) una buona cosa non snobbare la letteratura del mio paese di provenienza, ma anzi approfondirla.

Vedo inoltre la solita sudditanza culturale che moltissimi di noi purtroppo hanno nei confronti del mondo anglosassone. Non fraintendetemi, gli Stati Uniti e il Regno Unito ci hanno dato autori e autrici di enorme spessore (inutile fare esempi, ce ne sono tantissimi), ma noto una preponderanza di letture anglofone che non mi piace tanto.

Per fortuna ho esplorato anche molte altre letterature, ma vedo che devo ancora impegnarmi di più con l’Africa e l’Asia (l’Oceania fa un po’ storia a sé per la difficoltà di reperire libri di autori che non siano australiani o neozelandesi).

In ultima analisi sono piuttosto soddisfatta della varietà delle mie letture, dovuta soprattutto al giro del mondo coi libri che ho iniziato ben dieci anni fa e che mi ha portato ad aprirmi verso autori di paesi (da me) poco esplorati.

Spero che la pagina possa risultare utile e interessante!

Libri letti a febbraio 2023

Un po’ in ritardo, ecco i libri letti nel mese di febbraio:

Il’ja Il’f ed Evgenij Petrov, Le dodici sedie, ★★★: avevo letto tante recensioni che lo descrivevano come un romanzo molto divertente, ma a parte qualche sorriso non sono dello stesso parere. Sicuramente un libro interessante, ma avevo aspettative diverse.

Hjalmar Söderberg, Il dottor Glas, ★★★★: un interessante studio psicologico con riflessioni molto avanti sui tempi. Recensione: https://sonnenbarke.wordpress.com/2023/02/09/hjalmar-soderberg-il-dottor-glas-1905/

Thomas Ligotti, Teatro Grottesco, ★★★★: maestro della weird fiction contemporanea, ad essere sincera Ligotti mi ha ricordato più Kafka che Lovecraft, il che per me è un pregio. Alcuni racconti mi hanno lasciato un po’ perplessa, ma il livello generale è alto. Mi ripropongo di approfondire questo autore.

Simon Anholt, Another One Bites the Grass, ★★★: pietra miliare del marketing internazionale. L’ho trovato un po’ ripetitivo ma sicuramente chi si interessa di pubblicità non può evitare di leggerlo. Chiaramente è ormai un po’ vecchiotto, ma va comunque letto.

China Miéville, La città & la città, ★★★: altro grande della weird fiction di nuova scuola, è stato il mio primo incontro con questo autore e probabilmente non sarà l’ultimo, anche se in questo libro mi è mancato l’effetto wow. Di nuovo, quando si parte con aspettative altissime capita facilmente che i risultati non siano all’altezza. Tuttavia, bello.


Foto di Naomi Irons su Unsplash

Hjalmar Söderberg, Il dottor Glas – 1905

Non so se sono un po’ ignorante io o se realmente questo libro non sia tanto conosciuto in Italia; tuttavia, personalmente non ne avevo mai sentito parlare e l’ho scoperto solo grazie a un gruppo di lettura su Goodreads. A dire il vero non conoscevo nemmeno l’autore. Mi pare di capire che anche in patria, almeno all’inizio, sia stato un po’ ostracizzato dai moralisti benpensanti e che quindi questo libro non abbia inizialmente avuto molta fortuna, per poi essere rivalutato diversi anni dopo la morte dell’autore, come spesso accade.

Il romanzo è scritto sotto forma di diario: il dottor Glas, un giovane medico di Stoccolma, vi annota i suoi pensieri in un flusso di coscienza che parte pacato e posato, per poi farsi sempre più concitato e infine divenire quasi delirante.

Il dottor Glas non ama particolarmente le donne ed è anche abbastanza schifato dal concetto dell’atto sessuale, ha tuttavia avuto un amore in gioventù e da allora non ha più amato nessuna. Finché non ha incontrato la moglie del pastore Gregorius, che un giorno si reca nel suo ambulatorio per chiedergli di aiutarla.

In questo breve romanzo Söderberg tocca temi di grande importanza e di sicuro scandalo per l’epoca in cui è stato pubblicato: l’aborto, l’eutanasia, la violenza sessuale nella cornice matrimoniale, l’adulterio, l’assassinio e la sua apologia. Infatti, quello che il dottor Glas si chiede è: è giusto uccidere un uomo, se quell’uomo è un essere spregevole che fa soffrire una donna, sua moglie? In realtà, il romanzo è ben lungi dall’essere un’apologia dell’assassinio, ma il dottor Glas si pone questa domanda, pur non arrivando necessariamente a una risposta affermativa.

Il dottor Glas nel suo diario cita esplicitamente Raskol’nikov e Thérèse Raquin: fughiamo subito ogni dubbio dicendo che Glas non è Raskol’nikov e Söderberg non è Dostoevskij. Siamo lontani da quelle vette, anche, ma non solo, per l’estremità brevità di questo romanzo che quindi non permette l’approfondimento di Delitto e castigo. Detto questo per evitare che qualcuno si approcci al romanzo nella speranza di trovare un novello Dostoevskij, c’è però da dire che Söderberg scrive estremamente bene: ho trovato eccellente questo suo addentrarsi nella mente di Glas, che la forma diaristica ci permette di vedere in prima persona. Insomma, diciamo che non possiamo portare Dostoevskij (o Zola) a pietra di paragone, perché i livelli in questi due casi sono praticamente irraggiungibili, ma se non speriamo di trovare uno scrittore a quell’altezza avremo grande piacere nel leggere Il dottor Glas e nello scoprire i processi mentali e le opinioni (molto all’avanguardia per l’epoca) del protagonista. Per me, molto consigliato.

Titolo: Il dottor Glas
Titolo originale: Doktor Glas
Autore: Hjalmar Söderberg
Traduttrice: Maria Cristina Lombardi
Casa editrice: Lindau
Pubblicazione originale: 1905
Numero di pagine: 166
Lingua originale: svedese

Libri letti a gennaio 2023

Anna Katharine Green, La maledizione dei Moore, ★★★★: un bel mystery di inizio Novecento, che ci fa intravedere la possibilità di un’azione soprannaturale (la maledizione del titolo), che potrebbe o non potrebbe rivelarsi veritiera. Ottima lettura per iniziare l’anno.

Maaza Mengiste, Il re ombra, ★★★: potrebbe a tratti risultare un po’ pesante, ma è un libro interessante e importante che smonta il mito degli “italiani brava gente”, oltre a raccontare la resistenza al femminile nella guerra tra Italia ed Etiopia. Recensione: https://sonnenbarke.wordpress.com/2023/01/16/maaza-mengiste-il-re-ombra-etiopia/

Robert Marasco, Burnt Offerings, ★★★★★: interessante e coinvolgente romanzo con protagonista una casa infestata e una famiglia in cui la donna comanda con le sue petulanti richieste e il marito fa di tutto per accontentarla. Recensione: https://sonnenbarke.wordpress.com/2023/01/24/robert-marasco-burnt-offerings-offerte-sacrificali/

Mark Twain, A Dog’s Tale, ★★★: racconto carino in cui la protagonista e narratrice è una cagnolina che racconta la storia della sua mamma e della sua famiglia di adozione. Recensione: https://sonnenbarke.wordpress.com/2023/01/24/mark-twain-a-dogs-tale-1904/

Jo Nesbø, Macbeth, ★★★★: bellissima riscrittura del Macbeth di Shakespeare in chiave thriller: tanta droga, tanta violenza, tanta corruzione, tantissima sete di potere. Recensione: https://sonnenbarke.wordpress.com/2023/01/28/jo-nesbo-macbeth/

Nicola Gardini, Le parole perdute di Amelia Lynd, ★: purtroppo un romanzo insipido, ed è un peccato vista la bravura di Gardini come scrittore. Protagonisti sono un condominio milanese degli anni Settanta, l’adolescente Chino e la mamma portinaia Elvira. Un’occasione mancata.

Abbandonati:

Henry James, The Golden Bowl: noia mortale, è probabile che il problema sia mio: evidentemente non vado d’accordo con Henry James (ho odiato anche Il giro di vite).

Scott Lynch, The Lies of Locke Lamora: da riprendere in futuro, ho provato a leggerlo in un periodo di blocco del lettore e non sono riuscita a entrarci in sintonia.


Foto di Ylanite Koppens: https://www.pexels.com/it-it/foto/neve-legno-alba-vacanza-10288908/

Jo Nesbø, Macbeth

La Hogarth Press è una casa editrice inglese che alcuni fanni fa commissionò ad alcuni autori famosi la riscrittura di diverse opere shakespeariane. Un paio di anni fa ho letto Seme di strega di Margaret Atwood, riscrittura de La tempesta, ora invece ho voluto cimentarmi con il Macbeth di Jo Nesbø, che volevo leggere da molto tempo.

Due premesse: è il primo libro che leggo di Nesbø e, per la sua natura, dubito che sia fra i suoi più rappresentativi, perciò aspetto di leggere altro di suo prima di giudicare l’autore. Inoltre, il Macbeth è la mia opera shakespeariana preferita e, secondo me, uno dei testi più belli mai scritti in assoluto. Ho una vera e propria adorazione per questa tragedia, perciò ero curiosissima di questa riscrittura in chiave thriller.

Devo dire innanzitutto che secondo me non è facile godersi appieno il libro se non si conosce la tragedia di Shakespeare, perciò, se siete tra i pochi che non l’hanno ancora letta, prima di approcciarvi a questo romanzo vi consiglio di leggere il libro e/o di vedere uno dei film che ne sono stati tratti o, meglio ancora, di vederla a teatro. Altrimenti temo che molte cose possano sembrare strane, esagerate o fuori luogo.

Macbeth di Nesbø è una vera e propria riscrittura: l’autore riprende i nomi dei personaggi e le loro caratteristiche, le situazioni, gli avvenimenti, la trama, perfino molte battute sono riprese pari pari dalla tragedia di Shakespeare. Questo mi è piaciuto moltissimo, perché l’ho trovato un modo molto bello e interessante di rendere omaggio all’originale. Il caso del libro di Atwood era diverso, perché lì l’opera di Shakespeare veniva portata sul palcoscenico all’interno della cornice del romanzo (per saperne di più vi consiglio di leggere la mia recensione).

Il romanzo si svolge in una città non meglio specificata di un Paese non meglio specificato, vicina a Fife, quindi pensiamo immediatamente alla Scozia. La città è preda della droga e della criminalità, un posto veramente spaventoso. Macbeth è il capo della SWAT, nonostante la giovane età (ha poco più di 30 anni). Duncan è il commissario capo della polizia, e intorno ai due ruotano moltissimi altri personaggi che non sono affatto secondari, ma anzi rivestono grande importanza. Lady, la compagna di Macbeth, entra in scena solo dopo un po’, ma si prenderà la scena con forza, con il suo incredibile carisma, la sua bellezza e la sua ambizione.

La droga è un elemento onnipervasivo del romanzo e potremmo dire che è anch’essa una dei protagonisti: le persone che si drogano sono tantissime e vedremo ben presto che non sono solo quelle nelle strade. Altre protagoniste sono l’ambizione, la sete di potere (non per niente una delle droghe consumate in città, ma elitaria, si chiama “power”) e la corruzione.

C’è tantissima violenza in questo libro, direi quasi di più rispetto a quello che ci si aspetterebbe da un comune thriller, e nella parte finale del romanzo tutto diventa esagerato, sopra le righe, inverosimile e incredibile. In linea con l’opera originale. Anche per questo dico che non ci si dovrebbe approcciare a questo libro senza conoscere il Macbeth di Shakespeare, perché altrimenti sembrerebbe soltanto un thriller troppo sopra le righe ed eccessivo, pure un po’ mal fatto. Invece, nel quadro dell’opera originale, tutti i pezzi si incastrano, tutto è al proprio posto, tutto ha senso e niente potrebbe essere diverso da com’è.

La scrittura è molto cinematografica, sembra che l’autore abbia scritto il libro avendo già in mente un’eventuale trasposizione cinematografica: potrebbe essere semplicemente il suo stile, giudicherò quando avrò letto altri suoi libri. In alcuni casi l’ho trovato un po’ irritante, se posso essere sincera, perché non amo quegli autori che scrivono strizzando l’occhio al cinema, mi sembrano presuntuosi nel loro pensare che il libro sarà necessariamente trasposto in un film. Comunque, un difetto davvero piccolo se paragonato alla potenza del libro.

Certamente lo consiglio e non solo agli appassionati di thriller, ma anche a tutti gli appassionati del Macbeth di Shakespeare, perché ne rispetta appieno lo spirito.

Titolo: Macbeth
Titolo originale: Macbeth
Autore: Jo Nesbø
Traduttrice: Maria Teresa Cattaneo
Casa editrice: Rizzoli
Pubblicazione originale: 2018
Numero di pagine: 464
Lingua originale: norvegese