Silvia Moreno-Garcia, Mexican Gothic

Silvia Moreno-Garcia, Mexican Gothic, Jo Fletcher Books, 2020.

Se dico “gotico”, immagino che non vi venga subito in mente il Messico, giusto? Quindi, se siete amanti del genere, è possibile che un titolo come Mexican Gothic vi incuriosisca, dato che associa il gotico a un paese che ingenuamente siamo abituati a pensare come lontanissimo da questo tipo di libri. Personalmente, è stato leggendo questa recensione (pubblicata su un blog che vi consiglio molto caldamente se vi piace la weird fiction) che ho deciso di leggere questo libro.

Diciamo subito che Silvia Moreno-Garcia è messicana ma vive in Canada dal 2004 e scrive in inglese. L’ambientazione messicana, dunque, non è costruita artificialmente da qualche scrittore che magari non ha mai neppure visitato il Messico. L’autrice sa di cosa parla e ci restituisce un ritratto di un Messico lontano da quello che visualizziamo nei nostri stereotipi “occidentali”. Inoltre, la sua origine latino-americana le dà un punto di vista sul genere diverso da quello a cui siamo abituati.

Siamo nel 1950, a Città del Messico Noemí Taboada, 22 anni, sta partecipando a una festa in maschera quando viene richiamata a casa dal padre in fretta e furia. Il signor Taboada ha avuto uno scambio di lettere col marito della nipote Catalina, dopo che questa gli ha scritto una lettera praticamente delirante in cui diceva che il marito la stava avvelenando e parlava di cose strane che hanno fatto pensare lo zio a un problema psichiatrico. Decide così di mandare Noemí nello sperduto paesino dell’Hidalgo in cui Catalina e il marito vivono. Catalina si è sposata con l’inglese Virgil Doyle un anno prima, dopo un fidanzamento brevissimo e tenuto nascosto perfino ai suoi parenti più stretti. I due si sono quindi trasferiti a El Triunfo, nello stato di Hidalgo, dove Virgil possiede una casa chiamata High Place. El Triunfo è un villaggio (basato sul realmente esistente Real del Monte) che si sostentava con la locale miniera di argento, passata di mano fra spagnoli e inglesi e infine gestita dalla famiglia Doyle, prima che tutto andasse in rovina.

Appena Noemí arriva a El Triunfo si rende conto che High Place è una casa stranissima, diremmo ostile. Ma Noemí è una donna coi piedi per terra, peraltro molto emancipata per quelli che erano gli usi dell’epoca. Catalina invece è sempre stata un’amante dei romanzi gotici e delle eroine in pericolo. Tuttavia, non solo la casa ma anche la famiglia Doyle è bizzarra e ha delle regole assurde che Noemí fatica molto a rispettare.

C’è tutto in questo romanzo: la casa “infestata”, l’eroina in grave difficoltà, i villains, il luogo sperduto da cui è impossibile fuggire o chiedere aiuto… Ma ridurlo a “romanzo gotico” significherebbe sminuirlo terribilmente. Innanzi tutto, l’autrice prende i tropi del genere e li ribalta. Per esempio, nei romanzi gotici britannici i villains sono inevitabilmente (o perlopiù) europei del sud, come italiani o spagnoli, che ovviamente hanno il fuoco e la malignità nel sangue. Per contro, l’eroina è una giovane britannica bionda ed eterea. Qui, i villains sono la famiglia Doyle, inglese fin nel midollo, tanto che pur vivendo in Messico da decenni in casa non si parla lo spagnolo e addirittura il patriarca, Howard, si è portato la terra per il suo giardino dall’Inghilterra.

C’è poi moltissimo altro in questo romanzo. Per esempio, c’è l’eugenetica. Noemí trova nella biblioteca di High Place diversi libri e riviste sull’argomento e anche durante la prima cena in famiglia il patriarca, Howard, le chiede cosa ne pensi del suo conterraneo Vasconcelos che teorizzava una “razza cosmica”, ovvero una razza “ideale” da raggiungersi attraverso le unioni tra persone di “razze” diverse.

Arrivati a due terzi del libro, la storia vira marcatamente verso l’horror. Ho visto che diversi lettori hanno trovato i primi due terzi del romanzo troppo lenti, interlocutori, dal loro punto di vista una mera preparazione dell’atmosfera che porta poi alla vera e propria storia horror della parte restante. Non sono per niente d’accordo, e probabilmente questo dipende dal fatto che non sono un’amante dell’horror puro. Per me, i primi due terzi del libro sono stati i migliori, e non li ho trovati meramente preparatori alla rivelazione finale. Anzi, io credo che contribuiscano enormemente al fascino del libro. Questa lentezza proprio non la vedo: io li ho divorati e me li sono goduti riga per riga.

Noemí cerca una spiegazione razionale per quello che accade nella casa, ma il soprannaturale è un elemento importante del romanzo gotico e quindi anche qui è presente. Vorrei dire molto riguardo a questo aspetto e ad altri che ho appena accennato sopra, ma anticipare qualsiasi cosa della trama sarebbe un delitto imperdonabile: vi dovete gustare il libro rimanendo all’oscuro della verità fino all’ultimo, proprio come Noemí, altrimenti vi perdereste un’esperienza incredibile.

È un romanzo che fa paura? Dipende, potrebbe esserlo. Ci sono delle scene oggettivamente orribili, ma non solo in senso strettamente horror quanto anche sotto altri aspetti più prosaici. Sì, nel corso del libro la tensione sale. Sì, la paura c’è, ma a me non è sembrata quella paura che ti impone di dormire con la luce accesa. È qualcosa di diverso.

La scrittura di Silvia Moreno-Garcia mi è piaciuta molto e mi piacerebbe leggere gli altri libri che ha pubblicato. Tra l’altro, ha curato diverse antologie di genere horror e ha anche scritto una tesi, consultabile online, sulle donne e il pensiero eugenetico nell’opera di Lovecraft.

Se volete approfondire, cosa che vi raccomando perché vi permetterà di andare più in profondità e cogliere molti aspetti del libro che a una lettura superficiale potrebbero sfuggire, vi consiglio un po’ di link:

* Qui l’autrice commenta alcuni passaggi del libro fornendo dei riferimenti estremamente interessanti per comprendere il contesto.
* Qui c’è un’interessante intervista.
* Qui l’autrice risponde ad alcune domande e propone dei link di approfondimento (ha anche creato una playlist!).
* Qui c’è il sito di Silvia Moreno-Garcia.

6 pensieri su “Silvia Moreno-Garcia, Mexican Gothic

  1. Te lo consiglio caldamente! Purtroppo non è (ancora) stato tradotto in italiano, ma è uscito appena tre mesi fa quindi c’è speranza 😉

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