Osip Mandelstam, Viaggio in Armenia, Angelo Pontecorboli, Firenze 1990. 81 pagine.
Prima nota: non mi incolpate se non cito il titolo originale e il traduttore, l’editore Pontecorboli non si cura di farceli sapere. Ci dice solo che questa è una traduzione dal francese, e non dall’originale russo – che già è una cosa che non capisco e non condivido, anche perché non è che il russo sia una lingua tanto particolare, voglio dire, ci sono un sacco di persone che potrebbero tradurre un libro da questa lingua. Inoltre la traduzione mi sembra anche fatta male, con delle espressioni ricalcate pari pari dal francese («e non importa che altro»)…
Detto questo, il libro non mi è piaciuto per niente. Mi aspettavo, dal titolo, un resoconto del viaggio di Mandelstam in Armenia, invece si tratta di pensieri sparsi, sull’Armenia sì, ma anche sulla pittura, sulla zoologia, sulla letteratura. Una raccolta di cui francamente non ho capito neanche il senso, e mi sento un po’ sacrilega a dirlo ma è così. Ci sono comunque immagini molto belle, come questa: «All’intorno, la vista manca di sale. Si afferrano forme e colori e tutto sembra di pane azzimo. Questa è l’Armenia.» Ma ci sono anche associazioni che non capisco, come ad esempio: «Gli artigli dello zar sono rotti e i millepiedi camminano sulla sua faccia.»
Insomma, per me è stata una delusione, pensavo a un racconto poetico sull’Armenia, mi sono invece trovata di fronte ad altro.
* Il libro sul sito dell’editore.
* Un articolo su Mandelstam.
* Un altro articolo su Mandelstam con delle poesie dell’autore.
La recensione è pubblicata anche sul blog Letterature altre, dato che questo libro è letto nell’ambito della sfida anobiiana delle “letterature altre”.
non posso esprimermi sul libro non avendolo letto >> da quel che vedo anche il layout di copertina è assai poco originale, pare un libro Adelphi
Esatto!