L’odiatore di sé

Miei cari lettori. Ieri sera avevo proprio bisogno di far divergere la mia mente dai miei pensieri, così ho preso in mano La provincia dell’uomo. Vi giuro che in tre pagine ho ricevuto tre pugni allo stomaco. Elias, la conoscevi l’umanità, non si può negare. La conoscevi benissimo. Tanto che con le tue parole puoi anche entrare dentro a una quasi ventiquattrenne quasi sessanta anni dopo averle scritte. Ieri sera ti ho odiato come non mai, e proprio per questo ora tanto più ti amo.

Scusate se ultimamente le mie citazioni provengono spesso dalla stessa fonte, ma c’è talmente tanta verità nelle parole di questo piccolo ebreo apolide, che mi verrebbe voglia di citarvi tutto il libro.

Di seguito, dagli appunti del 1948.

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L’odiatore di sé. Un personaggio che infierisce con parole furibonde contro se stesso. Non c’è nulla di cattivo, nulla di miserabile che l’odiatore di sé non si attribuisca. In questo modo suscita l’amore unanime di tutti. Chi abbia mai udito le sue parole, gli corre dietro ed è in sua balìa. Lui però infuria sempre più, per difendersi dai suoi seguaci. Così comincia ad essere veramente come si descrive. Le sue autoaccuse diventano veritiere, il suo successo cresce. La sua pericolosità è in preciso rapporto con la sua forza di attrazione. Il successo gli toglie il respiro, non sa più come fare. Nella sua disperazione ha un attimo di oblio e si lascia sfuggire qualche buona parola su di sé. In quello stesso istante tutti lo abbandonano ed è salvo.

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